Maurizio Lupi

 «Non possiamo allearci con i dem.  Andiamo da soli»
Dicembre 9, 2017

«Non possiamo allearci con i dem. Andiamo da soli»

Lupi: scissione? Assurda se siamo autonomi.

L’intervista di Darla Gorodisky sul Corriere della Sera

ROMA Angelino Alfano, presidente di Alternativa popolare, ha annunciato che non si ricandiderà. E Maurizio Lupi, coordinatore del partito, che cosa farà?

«La decisione di Alfano ha un enorme valore personale e politico, è la testimonianza che in tutti questi anni abbiamo lavorato nell’interesse e al servizio del Paese. Per affermare un valore, i gesti valgono più delle parole. Anche io, a suo tempo, mi sono dimesso da ministro».
Ma adesso?
«Non è che ci possiamo ritirare tutti aspettando tempi nuovi. Ci è data una responsabilità, dobbiamo dimostrare che si può essere una forza politica di centro autonoma. Siamo di fronte a cambiamenti epocali, non si possono affrontare sfide nuove con strumenti vecchi. È nostro dovere — come partito — fare un passo avanti, non uno indietro».

Autonomi, ma guardando in quale direzione? La nuova legge elettorale penalizza le formazioni minori.
«La direzione è quella che rispecchia la nostra storia e che le darebbe nuova forza. Noi non rinneghiamo niente, ma si è chiusa una stagione. A meno che non ci sia una nuova proposta, che però non c’è, andiamo per la nostra strada e vediamo chi viene con noi».

Il Pd, una proposta, ve lata fatta: entrare in coalizione.
«Ma non ha costruito le condizioni necessarie. Anzi, per ammiccare alla sua sinistra sta portando avanti il biotestamento e lo ius soli».

Dal centrodestra, invece, non è arrivato alcun invito?
«No. Ma la sfida per i moderati, comunque, non è diventare come quel pezzettino di carta che si aggiunge sotto la gamba di un tavolo che traballa».

Comunque state ancora parlando con tutti.
«Come ci ha chiesto la nostra assemblea, io e il vicecoordinatore Antonio Gentile in questo mese abbiamo esperito dialoghi sia con il Partito democratico che con tutte le forze di centro: da Cesa a Fitto a Costa, perché il nostro riferimento rimane il Ppe e speriamo di allargare il confronto con tutti quelli che ne fanno parte. In ogni modo, lunedì la nostra direzione deciderà che cosa fare».

Anche Forza Italia è nel Ppe
«Certamente».

La sua risposta al Pd è «no grazie», mentre Fabrizio Cicchitto ha già fatto sapere che è favorevole a un’alleanza con il centrosinistra. Ci sarà una scissione in Ap? Alfano ha detto al Corriere che «il rischio è alto».

«Non comprendo come la proposta di autonomia possa portare a una scissione. Unità significa rimettere al centro le ragioni per le quali ci si era messi insieme: i valori sulla famiglia, la società prima dello Stato, la sussidiarietà, l’impresa. Se invece si ragiona soltanto su un’opportunità elettorale, allora legittimamente ciascuno farà la propria scelta».

Con le Politiche arrivano anche le Regionali. Voi, che governate con il Pd, in Lombardia e in altre realtà siete in giunta con il centrodestra.

«Infatti. Siamo con il centrodestra anche in Liguria, a Catanzaro, a Rieti, a Frosinone…In questi anni per noi partecipare al governo non era la scelta di un’alleanza politica, ma una responsabilità istituzionale per ricostruire il Paese. Sui territori abbiamo sempre scelto programmi e persone».

Alfano ha detto: «Da una parte c’è Renzi e non ci sono più i comunisti, dall’altra ci sono i populisti». I populisti non vanno bene al governo centrale, mentre possono essere alleati in quelli locali?

«Non si può semplificare. Comunisti o populisti, chi è peggiore? Quando Berlusconi si alleò con Bossi, la Lega parlava di secessione, che però si trasformò in federalismo. Le diversità possono arricchire. Oltre tutto, il vero populismo oggi è quello dei 5 Stelle: criticano le poltrone, ma poi ne vanno a caccia con gli stessi metodi degli altri».

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