Maurizio Lupi

 Un male se il governo va a sinistra – Intervista al Corriere della Sera
Marzo 13, 2017

Un male se il governo va a sinistra – Intervista al Corriere della Sera

Ci vogliono scaricare? Noi non li rincorriamo

Ora una nostra proposta, sulle alleanze si vedrà

ROMA «Ci vogliono scaricare? Ma per essere lasciati bisogna prima essersi fidanzati e noi non abbiamo mai chiesto fidanzamenti a nessuno. E non rincorriamo nessuno». Maurizio Lupi, capogruppo Ncd alla Camera, ragiona delle prospettive del partito e del nuovo vento, ostile ai moderati, che sembra spirare nel Pd.
Per Matteo Orfini l’alleanza è nata «in un frangente» e deve essere superata. «Nel Pd c’è grande confusione. Ci si affanna a definire le alleanze, ma si tentenna tra l’accettare il ricatto della Cgil, tornare alla radici gramsciane e guardare al futuro. Non si preoccupino Orfini e Pisapia: non aspettiamo Godot».
Che prospettive vede? «Vedo una grande ottusità: non si capisce che c’è stato un cambiamento epocale della società che chiede risposte e strumenti nuovi».
Quali? «Noi vogliamo mettere in piedi una proposta seria e autonoma, che sia alternativa alla sinistra e che non rincorra il populismo di Salvini e Meloni. Non possiamo dire un giorno che Salvini è uno sbruffoncello e l’altro che è indispensabile. Per poi magari spiegare a Tajani che siamo sovranisti e bisogna tornare alla lira».
E il Pd? «Non credo che nella legge elettorale ci saranno le coalizioni, quindi il problema non si pone. Sarà divertente vedere il listone unico di Forza Italia e Lega, ma anche quello di chi per quattro anni, paradosso stratosferico, ha costituito dall’interno del Pd, una forza di opposizione al governo».
Nel governo Gentiloni siete ancora insieme. «Il vero problema è come prosegue l’azione di governo, che mi sembra virare a sinistra. Se si rincorre la Cgil, se si vuole fare saltare la riforma della scuola, se sulla giustizia si rievocano modelli della vecchia sinistra, beh, se si va in questa direzione, allora questo sarebbe il primo problema».
Orfini dice no ai moderati, Gentiloni apre e Renzi tace. «Il discorso di Renzi al Lingotto mi sembra riaffermare le grandi questioni che abbiamo affrontato in questi quattro anni. Ero molto preoccupato dei due giorni precedenti».
Ma il rapporto con il Pd è stato un incidente della storia o può diventare un progetto politico? «Non è stato un accidente, è quello che ha permesso a questa legislatura di dare segnali concreti per uscire dalla crisi. Ora però serve una proposta autonoma, poi si vedrà».
L’elettore è confuso: il nuovo centrodestra come si può alleare strutturalmente con il nuovo centrosinistra? «Ma gli elettori nel 2017 ragionano ancora per tifoserie? Già Gaber si chiedeva cos’è destra e cos’è sinistra. Noi cambieremo nome, ma non per permettere alleanze. Lo faremo all’assemblea nazionale per fare proposte coraggiose al Paese».
di Alessandro Trocino
Fonte: Corriere della Sera

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