"Camusso? Non accetto tira e molla"
Intervista del Ministro Lupi: “Unioni civili? Mai come in Germania Camusso? Non accetto “tira e molla” ad Avvenire di martedì 29 luglio.
Marziani sono Cgil e Uil che ancora fanno finta di non capire che siamo al bivio. Che la scelta è tra far chiudere Alitalia, creando una crisi occupazionale da brividi, o farla diventare la prima compagnia del mondo. Ma marziani sono anche quei senatori che con ottomila emendamenti frenano le riforme e affondano il Paese». Maurizio Lupi unisce i due fronti
e con gli occhi fissi sull’agenzia di stampa che sintetizza l’ultimatum di Susanna Camusso reagisce duro: «Non riapro nessuna trattativa e non accetto questo “tira e molla”».
Sono ore delicate. Il ministro delle Infrastrutture prova a sciogliere alcuni nodi sull’azione di governo: dall’approccio alle politiche industriali, al travagliato parto delle riforme fino al delicato e complesso tema delle unioni civili. Era scontato il no alla proposta avanzata dal Pd («Il ddl Cirinnà era irricevibile»), ma un’altra bocciatura decisa arriva all’idea, avanzata da matteo Renzi, di una proposta del governo che ricalchi il modello tedesco. «Non se ne parla, il premier dovrà capire. In Italia non ci sarà mai un matrimonio per coppie omosessuali».
Ma il modello tedesco, ipotizzato dal premier prevede proprio un “simil matrimonio”…
In attesa che arrivi la proposta per discuterne in concreto, noi ripetiamo che non siamo disponibili a forme di “matrimonio-fotocopia”, ma ad individuare nel codice civile le carenze rispetto alle tutele di alcuni diritti individuali e a regolamentarli con maggiori tutele.
Già alla nascita del governo Renzi, come Ncd avevamo indicato la nostra disponibilità, ponendo paletti chiari: il contratto matrimoniale, riconosciuto dalla Costituzione, è solo quello tra uomo e donna; da ciò discendono la possibilità di adozione solo per marito e moglie e la reversibilità della pensione, paletto importante perché concorre a riconoscere la funzione sociale della famiglia.
C’è un budget stretto e ci sono priorità. Per noi, e mi auguro anche per Renzi, la cosa più urgente da fare è sostenere le famiglie.
In quale modo?
Le famiglie sono sempre state, e l’hanno mostrato ancor più in questa crisi economica, il vero sostegno di questo Paese. Perciò occorre mettere in campo interventi per rafforzarne la funzione sociale, come:
- la riproposizione del quoziente familiare;
- la defiscalizzazione dei soldi spesi per l’educazione e la formazione dei figli;
- o ancora gli incentivi e i premi per la natalità, come si fa in Francia.
Il premier dovrà capire, non ci sono altre strade…
A proposito di strade, ministro, le riforme avanzano a fatica…
Mi rivolgo direttamente al fronte ostruzionista: basta frenare, è ora che anche voi diate il vostro contributo. Poi, tanto, a fine percorso saranno gli italiani a decidere, attraverso un referendum.
Vede rischi sulla riforma del Senato?
Rischi? Zero. La riforma del Senato e del bicameralismo è il simbolo che il Paese può davvero cambiare, se non arriva in porto sarà il fallimento per tutti. Ma questo non succederà: l’Italia dirà sì e sarà un sì forte e corale.
È per questo che vogliamo il referendum: non è una via d’uscita furba, ma la conferma che il governo non agisce in modo autoritario.
Sulla legge elettorale farete una battaglia per soglia e preferenze?
- La prima battaglia sarà per la preferenza: gli italiani non vogliono più un Parlamento di “nominati”.
- La seconda è quella per la rappresentanza di milioni di voti reali, che non è un problema di soglia, ma di democrazia. Ma deve essere una soglia unica e chiara: 4%, o dentro o fuori.
Se il pantano proseguirà, c’è una possibilità che il premier dica “cari sfascisti, mi avete stancato, si va alle elezioni”?
No, nemmeno una, perché le riforme si faranno. E perché il voto sarebbe il colpo di grazia a un’Italia ancora convalescente.
Torniamo al rilancio di Alitalia. Perché, a suo parere, alcuni sindacati hanno scelto la linea dura a oltranza?
Insisto: sono fuori dalla realtà. E rischiano di uscire dalla scena. La gente capisce, i lavoratori capiscono: se Susanna Camusso andrà avanti così, sarà tagliata fuori dagli stessi iscritti della Cgil.
Il rischio è che, con una linea simile, saltino le rappresentanze sindacali e i lavoratori decidano di trattare in maniera autonoma. Questo alcuni sindacati, come Cisl e Ugl, l’hanno capito, altri no…
Come intende procedere?
Io ritengo che la tutela dei lavoratori si potrà concretizzare solo attraverso la strada di un progetto industriale serio di rilancio che prevede investimenti per un miliardo e 200 milioni.
Le condizioni poste da Etihad sono chiare e riguardano la mobilità, l’organico, il costo del lavoro e il contratto. E i contratti firmati sono validi: sia quello sulla mobilità, non sottoscritto solo dalla Cgil, sia quello sul costo del lavoro, al quale non ha aderito solo laUil…
Giovedì è atteso in Cdm il decreto “Sblocca Italia”, con interventi per 43 miliardi di euro. Cosa conterrà?
Interventi per sbloccare risorse in una quindicina di grandi opere: alcune ferme per vincoli burocratici, altre già cantierabili e in corso, più un programma di manutenzione straordinaria di strade e ferrovie.
Può anticiparci alcuni interventi?
- In testa c’è l’alta velocità Napoli-Bari, dal costo previsto di 6,2 miliardi euro, di cui 1,7 sbloccati col decreto, che semplifica molte procedure.
- Oppure l’autostrada A31, detta “Valdastico, fra Veneto e Trentino: lì i soldi già c’erano, un miliardo e 90 milioni messi da privati, ma da sei anni la presidenza della Provincia di Trento non prende una decisione. Basta coi tentennamenti.
Ora a decidere saranno il presidente del Consiglio e il Cipe…