Maurizio Lupi

 No a sfiducia strumentale e inutile a ministro Boschi
Dicembre 18, 2015

No a sfiducia strumentale e inutile a ministro Boschi

Votiamo no alla mozione di sfiducia, la cui strumentalità e pochezza delle motivazioni fanno capire che e’ una cosa inutile. 


La mozione di sfiducia individuale che è stata presentata – lo diciamo subito voteremo contro la mozione di sfiducia personale che è stata presentata e ancora di più convintamente contro dopo aver sentito il suo intervento – ci permette, partendo anche dal suo intervento, di fare alcune considerazioni che potrebbero essere molto utili all’interno del conflitto e del confronto politico che avviene nel nostro Paese. La prima è una considerazione di merito. Lei ha già, ovviamente, risposto puntualmente, ma a me preme recuperare la sintesi delle motivazioni e comprendere come la strumentalità delle mozioni di sfiducia, e della mozione di sfiducia che è stata presentata, riduce anche il valore dello strumento.
È talmente evidente e talmente palese la strumentalità e la vuotezza delle considerazioni che sono state presentate che, forse, anziché perderci troppo tempo vale la pena sintetizza sintetizzarla in tre motivi che possano rimanere nella memoria di tutti e possano far capire come non fare clamorosamente questi errori.
Il primo, lei lo ha citato in maniera molto chiara, il commissariamento operato da questo Governo non ha favorito alcuno, neanche le persone che a lei sono legate.
Il secondo, ancora più importante. Il decreto-legge salva-banche che abbiamo presentato e poi messo nella legge di stabilità ha sì favorito qualcuno: 1 milione di correntisti, 3,4 miliardi di euro di risparmi, 7.200 lavoratori!
Il terzo, ed è la questione politica a cui tutti noi dovremmo fare riferimento, che forse avrebbe evitato qualsiasi mozioni di sfiducia individuale o mozioni di sfiducia contro il Governo, che ovviamente sono assolutamente legittime: immediatamente dopo i fatti, a fronte della richiesta da parte dell’opposizione di una Commissione d’inchiesta, dieci secondi dopo l’intera maggioranza ha detto «sì» alla Commissione d’inchiesta.
Questo è il dato politico più rilevante, di cui un Parlamento e il confronto tra forze politiche legittimamente diverse, di chi sta in maggioranza e di chi sta all’opposizione, dovrebbero tener conto, dovrebbero far riferimento, valorizzando l’uso e la funzione di questa istituzione! Cosa di più di una Commissione di inchiesta parlamentare può ridare il ruolo ad un Parlamento e riportare all’accertamento delle responsabilità non penali, ma politiche, che possono esserci?
Questi tre punti rispondono in maniera convinta al perché noi come Area Popolare voteremo contro la mozione di sfiducia; e facciamo un appello perché non si ripetano errori come quelli che si stanno facendo, perché sviliscono il ruolo delle istituzioni e gli strumenti che le istituzioni e l’istituzione parlamentare si dà. Però ci sono altre due considerazioni che voglio fare, e che lei ha toccato nel suo intervento, e che forse possono aiutarci: il tempo può darci ragione nel fare e nel non dimenticare queste considerazioni. La prima lei l’ha toccata in un passaggio, ma troppo spesso noi ci dimentichiamo di questo: chi giudica? Lei ha detto: chi giudica quando e se hai sbagliato? Sono i talk show, sono le intercettazioni che vengono pubblicate, sono la gogna mediatica o il dibattito mediatico legittimo a cui si assiste nei giorni in cui accadono questi fatti, o c’è un giudizio oggettivo a cui tutti noi dobbiamo riferirci? Quante storie in questo Paese, quanti fatti di questo Paese che riguardano cittadini comuni, ma anche cittadini che hanno responsabilità politiche, hanno fatto capire che se si va dietro la notizia, la gogna mediatica, le pubblicazioni delle intercettazioni, l’avviso di garanzia che dovrebbe essere una tutela, si sminuiscono e si riducono non solo le libertà individuali, ma la forza politica e la democrazia di un Paese! Cito solo nell’ultimo mese e mezzo i fatti che sono accaduti e che dovrebbero farci riflettere: Penati, Errani, Paolo Ligresti, il caso Mannino, il caso Fitto, il caso Vendola, il caso Azzolini… e mettiamo tutti i puntini che possono proseguire e che ci fanno lanciare un campanello d’allarme alla nostra memoria e alla nostra responsabilità politica. Io credo che troppo spesso ci indigniamo quando accadono questi fatti, e ce ne dimentichiamo per sottoporre questi fatti all’uso strumentale della nostra legittima battaglia politica: non facciamo un favore alla politica, non facciamo un favore alle istituzioni, non facciamo un favore e un aiuto alla democrazia di questo Paese, e al legittimo confronto anche duro tra maggioranza e opposizione. La nostra storia, la storia di Area Popolare e la storia di ognuno di noi, la storia delle persone e dei gruppi parlamentari che sono rappresentati in questo Parlamento è la storia di chi si batte per una politica con la «P» maiuscola, e per delle istituzioni che sono la sintesi e la garanzia di un Paese, tanto più il Paese vuole essere unito e vuole guardare al futuro.
La seconda considerazione, che però è conseguente a questa prima, che lei ovviamente ha toccato nel suo intervento ma che sottostà al dibattito di tutti questi giorni: il confronto politico, l’uso politico, il confronto legittimo e politico tra maggioranza e opposizione, come lo salvaguardiamo, come lo rendiamo dignitoso? È evidente anche nel suo caso! Io domando a chiunque ci ascolti, ai colleghi parlamentari ma anche chi ci ascolta seguendo i nostri lavori: può il senso di giustizia di un Paese come il nostro ridursi a tanto? Può il concetto di responsabilità personale sancito dalla nostra Costituzione essere così svillaneggiato? Può la lotta politica abbassarsi a questo livello?
Si vuole attaccare la Ministra Boschi? La si attacchi fino in fondo, perché ha sbagliato la riforma costituzionale, perché sta lavorando male, perché sta portando avanti in questo Governo provvedimenti che non sono e non si ritengono giusti; ma non si usi o non si festeggi e non si prenda l’appiglio ad un particolare per pensare che questo sarà il modo con cui si distrugge l’avversario politico. Perché non si è distrutto l’avversario politico: si sono create le condizioni perché anche tu, magari fra sei mesi, fra sei anni, fra dieci anni, sarai distrutto allo stesso modo, e si è abbassato il confronto politico nel nostro Paese. Si è tolta la totale dignità al confronto delle istituzioni. È talmente evidente in questo caso!
Ma la colpa può essere che Pier Luigi Boschi sia papà di Maria Elena Boschi, o che Maria Elena Boschi sia la figlia di Pier Luigi Boschi? Ma è possibile che la responsabilità personale non sia garantita fino alla fine, fino a che non ci sono fatti concreti che evidenziano responsabilità? Allora, se qualcuno ha sbagliato, ne risponde; ma siccome a questo momento non ci sono fatti che provino mancanze, la discussione che noi stiamo facendo è un paradosso: o meglio, è un elemento che ci può aiutare forse a non commettere più questi errori, a non fare questi clamorosi autogol.
Non voglio neanche – e lo dico perché in questi giorni sui giornali è emersa questa domanda – sottrarmi alla considerazione: ma che differenza c’è tra il caso della Ministra Boschi e il mio caso? Perché io mi sono dimesso e la Ministra Boschi non si è dimessa? Io credo che ci sia un dato comune tra i due casi: non avevo fatto assolutamente nulla io, non ha fatto assolutamente nulla la Ministra Boschi!
Per quanto riguarda il mio caso personale, l’ho detto nel discorso che ho fatto in quel marzo a questo Parlamento, chi vuole vada a rileggersi gli atti: è stata una considerazione assolutamente personale riguardo alla mia concezione di politica, alla mia concezione di responsabilità e al fatto che non si rinuncia, anche se si fa politica, ad essere persone. Per me la famiglia, i rapporti sono una cosa importante, e questo è quello che io voglio ribadire sempre; il resto è ovviamente legato alla legittima assunzione di responsabilità personale. Anche perché, lo dico per chi mi conosce: se il Presidente del Consiglio avesse chiesto le mie dimissioni a fronte di una cosa che non avevo assolutamente commesso, quello sarebbe stato un motivo per cui non mi sarei dimesso.
Quindi questa mozione è costruita sul nulla. Noi non vediamo ragioni per cui la Ministra Boschi dovrebbe dimettersi. Non vedo argomenti in questa mozione di sfiducia: vedo solo il fatto positivo di aver salvato i conti di molti italiani, vedo la volontà di cercare la responsabilità di quanto successo, vedo l’impegno con cui si sta operando per una riforma del credito; e lo ricordo alla maggioranza, che non sia calata dall’alto! E quindi per un’effettiva tutela del risparmio. Per tutti questi motivi il gruppo di Area Popolare voterà «no» alla richiesta di sfiducia.

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