«La nostra linea è chiarissima. Fermezza, giudizio chiaro, ma anche dialogo.
Perché senza un serio lavoro diplomatico non si ottiene alcun risultato. E noi, come Italia, vogliamo essere ponte tra Usa ed Europa per avere una voce unica che conti nelle trattative, nel conflitto russo-ucraino come nella crisi israelo-palestinese». Maurizio Lupi, leader di Noi moderati, respinge le accuse dell’opposizione: «Non è assolutamente vero che non prendiamo posizione. Capisco che l’opposizione cerchi di trarre beneficio mediatico anche da Gaza, tra l’altro essendo anche su questo divisa, ma su certi temi di politica estera dovremmo essere tutti uniti».

Vi accusano di non prendere le giuste distanze dal leader israeliano, con un’opinione pubblica ormai pressoché concorde nel condannare la carneficina di civili a Gaza.
«E noi cosa dovremmo dire, che sostengono Hamas e dimenticano che i terroristi usano la popolazione come scudo umano, e che da due anni ci sono ostaggi nelle loro mani e che vengono fatti a pezzi? Siamo, seri, non è su queste basi che si affrontano le grandi questioni internazionali. L’opposizione può dire quello che vuole perché non ha responsabilità di governo, e se le avessero dubito che tradurrebbero i loro slogan in fatti. Abbiamo chiesto con forza la fine della strage di civili a Gaza, l’apertura di un corridoio per l’arrivo degli aiuti e che la soluzione finale del conflitto sia “due popoli due Stati”. E lavoriamo perché si arrivi a una tregua umanitaria, perché ci si fermi, subito. Il ministro Tajani ha convocato l’ambasciatore di Tel Aviv per protestare contro l’episodio che ha coinvolto la delegazione diplomatica anche italiana, ed è un gesto molto forte. Ma interrompere il dialogo non servirebbe a nulla, anzi: ce lo insegna la storia».

Con la Russia la comunità internazionale ha fatto molto di più, in totale unità…
«La Russia non ha subito l’orrore del 7 ottobre. Israele è una democrazia che fin dalla sua nascita vive quotidianamente sotto la minaccia e l’attacco di chi vorrebbe negargli persino il diritto all’esistenza, come nel caso dell’Iran che finanzia i terroristi. Al contrario dei combattenti ucraini, i terroristi di Hamas e Hezbollah non sono certo eroi della resistenza. E nelle democrazie il sentire popolare conta eccome. Per questo noi vogliamo tenere aperto ogni canale diplomatico con il premier israeliano, anche ricordandogli che il suo oltranzismo finisce per isolare proprio il suo Paese».

Il leader del M5S Conte ha detto che la responsabilità dell’omicidio dei due diplomatici israeliani è di fatto di Netanyahu.
«Ed è gravissimo. Dire che l’antisemitismo, in questo caso l’assassinio di due ragazzi innocenti, sia responsabilità di Israele è irresponsabile. Si ribalta la realtà e si scarica la responsabilità sulla vittima. La realtà è che in Europa purtroppo l’antisemitismo è tornato. Come dimostrano le scritte che cominciano ad apparire anche a Milano su “ebrei non graditi”, o le contestazioni alla cantante israeliana all’Eurovision. Quindi, da parte nostra, giudizio chiaro sui fatti e prosecuzione del dialogo, come tra l’altro sta facendo il nuovo Pontefice, che ha rilanciato i rapporti con Israele, dicendo basta stragi di civili a Gaza, liberazione degli ostaggi ancora nelle mani di Hamas e che devono cessare gli attacchi all’integrità di Israele».

E se Netanyahu non vi ascolta?
«Le democrazie sono per fortuna permeabili all’opinione pubblica sia interna sia internazionale, ricordiamo gli Usa e la guerra in Vietnam.
Arriva il momento in cui le pressioni, soprattutto dei Paesi amici e non ostili, hanno un effetto. A questo lavoriamo».