Maurizio Lupi

 Quotidiano Nazionale, Lupi: l’obiettivo è la de-escalation: “Stiamo uniti, non è tempo di derby”
Giugno 25, 2025

Quotidiano Nazionale, Lupi: l’obiettivo è la de-escalation: “Stiamo uniti, non è tempo di derby”

Quotidiano Nazionale, Lupi: l’obiettivo è la de-escalation: “Stiamo uniti, non è tempo di derby”

Il leader di Noi Moderati: rafforzamento della difesa e risposta diplomatica sono nell’interesse di tutti

 

In un momento così complesso sullo scacchiere internazionale, tra venti di guerra e paure per il futuro, io credo che i derby debbano cessare”. Usa la metafora calcistica Maurizio Lupi, leader di Noi Moderati, per commentare la due giorni di comunicazioni della premier Giorgia Meloni in Parlamento prima del Consiglio Ue di domani e venerdì.

Lupi, veniamo da discussioni aspre e manifestazioni di piazza.

“Sul valore della piazza in una democrazia io non avrò mai nulla da ridire. Piaccia o non piaccia è sempre il segno di una democrazia sana. Dico solo che di fronte a una guerra, le istituzioni hanno il compito di indicare una rotta chiara e unitaria”.

Indichi la sua.

“Non si discosta da quella della premier, a partire da un assunto: l’Iran non può avere l’atomica”.

Perché? È uno stato sovrano.

“Ma non è una democrazia. È una dittatura, sostenuta da un regime teocratico che ha l’obiettivo dichiarato di eliminare lo Stato di Israele“.

Prendendo questo come assunto: giusto o sbagliato bombardarli?

“È evidente che per l’Italia la via maestra sia una de-escalation per via diplomatica. Da questo punto di vista – pur ponendo in cima la sicurezza dei nostri concittadini – l’ambasciata italiana a Teheran dovrebbe rimanere aperta”.

Poi? Cos’altro fare?

“Proprio in un’ottica di deterrenza, il rafforzamento della nostra sicurezza e la spinta verso una difesa europea mi sembrano cruciali”.

Infine non c’è solo l’Iran.

“No, c’è anche Gaza, con una reazione di Israele che ha preso forme inaccettabili, e c’è l’Ucraina, dove si continua ancora a morire. Su questi punti io credo che le opposizioni dovrebbero convergere. Sono punti di buonsenso, qui è in gioco l’Italia”.

Una convergenza c’era stata con la telefonata tra la dem Schlein e la premier. Poi in Parlamento sono ripresi gli scontri. Perché?

“Perché l’Italia vive una costante campagna elettorale. Eppure non è il momento di litigare. Da questo punto di vista ho apprezzato l’equilibrio della premier nelle repliche in Parlamento. Ho colto assunzioni di responsabilità anche da parte di Azione e di parte del Pd. Avs invece mi sembra la Rifondazione di un tempo, che votava no a priori su qualunque missione di pace”.

E il M5s? Non lo cita neppure?

“Con loro siamo al paradosso. Hanno presentato una mozione per dire che dovremmo riaprire i rubinetti del gas russo per non essere schiavi degli Usa. Credono sia meglio tornare con Putin piuttosto che lavorare per una pace giusta in Ucraina”.

Ogni opinione è lecita, no?

“Sì, ma in piazza. Una mozione parlamentare è un atto ufficiale. Se passasse, il governo sarebbe vincolato ad attuarla. Per questo il loro è un comportamento irresponsabile”.

Intervista al “Quotidiano Nazionale”
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