Maurizio Lupi

 La domanda di Don Camillo: bisogna salvare il seme
Agosto 21, 2012

La domanda di Don Camillo: bisogna salvare il seme

L’incontro a cui ha partecipato anche Mario Monti, ha preso le mosse dalla mostra del Meeting “L’imprevedibile istante. Giovani per la crescita”. L’ho visitata e vi trasmetto la conclusione

La crisi, l’ho sempre detto, pur nella sua drammaticità, può essere vissuta come una grande occasione. Di fronte ad essa possiamo subire o reagire. In ogni caso la crisi costringe a tornare alla verità della nostra esperienza umana.
Questa mostra propone tanti esempi di persone che hanno risposto positivamente e con intrapresa. Perchè anche se tutto sembra andare male, bisogna sapere cosa salvare.
Occorre salvare il seme, di questo umano come diceva il Cristo nel racconto di Guareschi: “Signore: la gente paventa le armi terrificanti che disintegrano uomini e cose. Ma io credo che soltanto esse potranno ridare all’uomo la sua ricchezza. Perchè distruggeranno tutto e l’uomo, liberato dalla schiavitù dei beni terreni, cercherà nuovamente Dio. E lo ritroverà e ricostruirà il patrimonio spirituale che oggi sta finendo di distruggere. Signore, se questo è ciò che accadrà, cosa posiamo fare noi?” Il Cristo sorrise. “Ciò che fa il contadino quando il fiume travolge gli argini e invade i campi: bisogna salvare il seme. Quando il fiume sarà rientrato nel suo alveo, la terra riemergerà e il sole l’asciugherà. Se il contadino avrà salvato il seme, potrà gettarlo sulla terra resa ancor più fertile dal limo del fiume, e il seme fruttificherà, e le spighe turgide e dorate daranno agli uomini pane, vita e speranza”. Quel seme che fiorisce per chi, come noi crede nella fede e lo rende fecondo: “Bisogna salvare il seme: la fede. Don Camillo, bisogn aiutare chi possiede ancora la fede a mantenerla intatta”. (G. Guareschi, Don Camillo, Rizzoli, Milano 1994)
Per chi si fosse perso questo incontro di domenica, segnalo che il video integrale è visibile a questo indirizzo.

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2 thoughts on “La domanda di Don Camillo: bisogna salvare il seme

Proprio per la presenza inesorabile di quel Seme, stiamo vedendo imprenditori che ipotecano la propria casa pur di non fare fallimento e mettere nei guai i propri fornitori… Dipendenti che si sacrificano assieme alla propria azienda e rinunciano per mesi allo stipendio continuando a lavorare con grinta ed entusiasmo…
Però la classe politica ha un grave compito e tanta responsabilità: l’Italia sta aspettando segni che diano sollievo, agevolazioni alle imprese, aiuti contro la tirannia delle banche, e fa male vedere che chi potrebbe davvero cambiare il Paese ha come primo pensiero il mantenimento della propria poltrona.
Per questo Maurizio, mi permetto, tanti commenti negativi sono arrivati su FB a questo bellissimo post.
Un carissimo saluto, e buon lavoro!

Robertosays:

Egregio Maurizio, lo sforzo primo da fare è quello di recuperare la Moralità in Politica che apparentemente sembrava ci fosse fino alla Presidenza Pertini, era già sommersa e dilagante a quei tempi, ma quanto stiamo vivendo dal dopo Pertini ad oggi è inverosimile.
Sembra di vivere in un paese dove l’Italiano medio crede ancora nelle capacità e nelle risorse del paese mentre la classe politica vende fumo con il solo scopo egoistico di accaparrarsi la poltrona per fare manovre e manovrine per esclusivi interessi personali.
Un’attenta analisi alla politica lascierebbe intravedere una quasi Anarchia Politica dove ogni politico fà i cavolacci sua, a dispetto dell’interesse collettivo, mentre le imprese sollecitate da mille intrusioni di sindacati incapaci ed ispettori di ogni genere li inducono a disinvestire sul mercato italiano per fuggire all’estero.
Maurizio, sembra che la sua petrsona esprima ancora qualche fondamentale importante che mette al centro l’Uomo e la Società Civile, provi a prendere le distanze dai molti falchi che gorano nei corridoi della politica e ad esaminare bene ed attentamente quanti le si avvicinano per formare una Squadra Forte e Credibile per Salvare l’Italia dal fallimento.
Un sincero Augurio di Buon Lavoro da uno che crede ancora tanto nell’Italia e nella Calabria, la mia Regione, Madre del nome Italia.

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