
Bombe a Boston: intervista sulla maratona che è paradigma della vita
Intervista a Il Giorno di mercoledì 17 aprile sulla mia passione per la maratona e i terribili attentati di Boston.
Leggete “Lupi, il politico atleta: colpita al cuore la passione della gente”
Io sono uno di quei “pazzi” che corrono la maratona. Che è più di uno sport, è il paradigma della vita.
SULL’ATTENTATO A BOSTON
Davvero ci si chiede fin dove possa arrivare il male dell’uomo… La maratona è sacrificio, allenamento, amicizia e solidarietà. Tutto condensato in un grande momento di festa dove ci si misura con l’altro, ovviamente non contro, perchè nessuno di noi pensa di vincere.
Leggete anche “Bombe a Boston: fin dove arriva il male dell’uomo?”
Io ho sempre corso la maratona di New York perchè a Boston, che è la più antica, bisogna presentare un tempo minimo. La maratona rappresenta tante cose, anche una sfida con se stessi. Chi va per la prima volta per cercare di finirla, chi l’ha già fatta per migliorare il tempo. Poi c’è chi vuole aiutare qualcun’altro, che sfida gli amici. E’ un momento comunitario splendido senza rivalità.
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QUESTO ATTENTATO HA COLPITO MOLTO PER L’OBIETTIVO
Infatti è impressionante, non solo per chi fa le maratone- Perchè si è andati a colpire quella che è una grande manifestazione di popolo, dove c’è una grande partecipazione della gente anche per lo sforzo e la fatica che fai, per il rapporto con la città. Quello che mi ha sempre colpito a New York sono non solo i familiari che aspettando ma quelli che anche se non ti conoscono fanno il tifo, sia per il primo che arriva, per il professionista ma anche per l’ultimo. L’ultimo è un eroe come il primo. Colpire una manifestazione di questo genere è colpire nel cuore la vita di una comunità.
COSA L’HA SCONVOLTA DI PIU’?
Le immagini dell’ultimo miglio, il bambino che aspettava il papà… Perchè all’ultimo miglio sei al massimo della fatica, sei arrivato al compimento della sfida, ed è proprio quel momento a essere interrotto con una violenza inaudita. Qualsiasi atto di terrorismo è un atto di viltà, ma con la maratona è la prima volta. E per giunta non è che puoi prendere misure di sicurezza enormi. Puoi controllare partenza e arrivo ma tutti i 42 chilometri è impossibile.
ANDRA’ ANCORA A NEW YORK PER LA MARATONA?
Certo, con Marcello Di Caterina abbiamo costituito un’associazione di parlamentari che ogni anno corre per raccogliere fondi. Quest’anno sponsorizziamo San Patrignano. A New York si corse la maratona anche dopo l’11 settembre, perchè è un segno di rinascita della comunità e dell’intero Paese. Io non potei correrla perchè ero stato operato al menisco, però andai a vederla.
E voi? Siete appassionati di corsa? Che cosa pensate di questo terribile attentato?
2 thoughts on “Bombe a Boston: intervista sulla maratona che è paradigma della vita”
LA CRIMINALITA’ E’ LA CAUSA DI TUTTI I MALI DELL’UMANITA’. E’ LA PRIMA COSA DA COMBATTERE A QUALUNQUE COSTO. NON BISOGNA FARE NESSUNO SCONTO AI CRIMINALI. SOLO COSI’ “IL BENE VINCERA’ SUL MALE”