«Modifiche in Parlamento Servono interventi per la casa e detrazioni sui libri di scuola»
«Modifiche in Parlamento
Servono interventi per la casa e detrazioni sui libri di scuola»
Lupi: va ridotta al 15% la cedolare secca sul canone libero
Per un capitolo che si chiude, quello del contributo richiesto alle banche, molti altri restano aperti. E Maurizio Lupi, leader di Noi moderati, partito più piccolo ma non meno deciso a dire la propria dei quattro di maggioranza, mette sul tavolo anche le sue proposte: «È normale che, condivisi i pilastri della Finanziaria dopo riunioni e vertici in cui tutti abbiamo avuto modo di confrontarci, adesso nel percorso parlamentare si possano proporre alcune modifiche alla Finanziaria. Noi ne proponiamo quattro».
Prima di illustrarle: ma cosa è successo nel centrodestra, con i leader l’un contro l’altro armati?
«Quando ci siamo visti abbiamo condiviso i punti chiave della Finanziaria, che sono l’abbassamento delle tasse, l’attenzione al ceto medio e medio-basso, l’aiuto alle aziende che innovano, i fondi per la sanità, che sono aumentati arrivando a 7,5 miliardi e i fondi per la famiglia, perché siamo tutti d’accordo che queste sono le esigenze primarie in un momento in cui dobbiamo tenere in ordine i conti».
Non cita le banche?
«Ma tutti eravamo d’accordo sul fatto che chi in questi anni ha avuto grandi utili grazie anche all’azione del governo possa contribuire a migliorare le condizioni di vita del Paese. Le banche non sono “mucche da mungere”, come ha detto Tajani, ma un contributo giusto lo devono dare: non ci sono nella nostra coalizione partiti statalisti o ultra-liberisti».
Ma c’è stata una polemica violentissima.
«Per Nm il punto è chiaro: siamo per il libero mercato, i profitti d’impresa sono leciti, ma siamo anche per una economia sociale di mercato, non siamo il partito o la coalizione delle banche. Chi può contribuire al bene comune è giusto che lo faccia. È una Finanziaria su questo assolutamente equilibrata».
Altro nodo è quello dell’aliquota al 26% sugli affitti brevi. Voi la difendete.
«Rientra in una delle nostre 4 proposte. Anche noi riteniamo che la casa sia un bene disponibile, che non si debba accusare nessuno perché ne trae un reddito. Ma se dobbiamo fare pagare meno tasse facciamolo a chi affitta a lungo termine. I 100 milioni di introito previsti per l’innalzamento di aliquota per gli affitti a breve, siano destinati ad abbassare dal 21 al 15% quella che si paga per chi affitta a canone libero a lungo termine. Sarebbe un modo per premiare chi aiuta a risolvere il problema abitativo. E assieme proporremo una norma perché al termine del contratto di affitto sia esecutiva subito la possibilità di rientrare nel possesso della casa».
La seconda proposta?
«Ancora sulla casa: bene stornare dall’Isee il valore della prima casa fino a 100 mila di valore catastale, ma in grandi città, come Roma e Milano, anche una casa di edilizia convenzionata vale di più. Andrebbe alzato a 200 mila».
Sul tema famiglia?
«Tre miliardi alle famiglie, 610 milioni al 5 per mille, 6 milioni agli oratori ci soddisfano , ma proponiamo la detrazione delle spese per i libri di scuola alle superiori. Non sono solo costi per la famiglia ma un investimento per la collettività. E un altro punto».
Quale?
«L’obbligatorietà del conto corrente. Ormai per tutti è indispensabile averlo, perché permette di avere una carta di credito, di vedersi accreditato lo stipendio, essere al passo con i tempi. C’è già una legge approvata alla quasi unanimità: inseriamola in Finanziaria, in modo che le banche permettano a chiunque di avere un conto, senza limitazioni. Il conto corrente deve essere un diritto per tutti. Questo vuol dire essere veramente moderati e popolari».