Maurizio Lupi

 Lupi: «Noi e gli azzurri in crescita. Dobbiamo rafforzare il centro, nessuno rivendichi primazie»
Ottobre 8, 2025

Lupi: «Noi e gli azzurri in crescita. Dobbiamo rafforzare il centro, nessuno rivendichi primazie»

Lupi:«Noi e gli azzurri in crescita. Dobbiamo rafforzare il centro, nessuno rivendichi primazie»

ROMA – Alla vigilia del vertice dei leader del centrodestra su manovra e regionali, e il giorno dopo la squillante vittoria in Calabria con un risultato importante del suo partito, Maurizio Lupi non canta vittoria, e chiede ai suoi colleghi di fare altrettanto: «Inutili guardarsi allo specchio e dirsi “l’unico centro vero sono io, molto più degli altri”». Abbiamo portato tutto il consenso alla coalizione guidata dai presidenti uscenti, nelle Marche come in Calabria. Il mio partito, Noi Moderati, ha ottenuto il 2% e il 4%, ognuno ha contribuito con voti, sostegno e buon governo. Dobbiamo rafforzare la nostra identità di centro e costruire, non rivendicare primazie».


Ovviamente lei c’ha con FI: Tajani ha detto con molta forza che il suo è il secondo partito della coalizione. Le ha dato fastidio?
«Non mi dà fastidio se i miei alleati ampliano il loro consenso, tutti. Ma la sfida non deve essere fra di noi, ma per rincoquistare i voti perduti dei 9 milioni di italiani che si sentono moderati e che oggi non votano più. Non abbiamo, come nel 2008 con Berlusconi, il 39% dei voti come partito unico e moderato, se fosse così non ci sarebbe bisogno di NM. Forse la sfida deve essere più grande e strategica di quella che vediamo in dichiarazioni post-voto».


Sta dicendo che il vostro contributo andrebbe valorizzato di più?
«A valorizzarsi in politica ci pensano gli elettori: il 4% in Calabria senza avere il candidato uscente, assessori, consiglieri, è un risultato importante, ma non è che ci mettiamo a dire “se altri sono il vero centro, noi siamo quello autentico”. Pensiamo che l’idea di un grande progetto unitario per un Ppe italiano sia ancora valida, ma non è con annessioni o campagna acquisti che lo si realizza. La casa della Libertà Berlusconi lo volle a 4 gambe proprio perché tutte le storie politiche potessero essere rappresentate. Uniti nell’idea di libertà sussidiarietà e bene comune, differenti nel contributo di ognuno. Con un metodo la politica come modalità del fare. Oggi abbiamo un governo che sta facendo bene e presidenti di regione che fanno altrettanto: i miei complimenti a Occhiuto che ha avuto grande coraggio nel dire agli elettori “se mi volete, rivotatemi, se le inchieste pesano su di me non fatelo”. È stato premiato, si è messo in gioco».


Mettersi in gioco prevede anche alleanze con pezzi di centrosinistra, Calenda?
«Io credo che la politica dia il meglio quando si affida a formule tattiche come per esempio inseguire il centro del centrosinistra. Noi siamo noi, dobbiamo continuare ad offrire un progetto credibile e serio, non pezzi di partiti altrui. Una cosa è far tornare alla casa madre chi è stato della nostra famiglia, in Noi Moderati sono entrati Carfagna, Versace, Gelmini, altra è fare strategie a tavolino tipo a Milano si vince solo prendendo pezzi di centrosinistra e Azione. No, non è così».


Lo dice perché sarebbe lei il candidato sindaco?
«Ma si voterà nel 2027, è tutto prematuro. Però è il concetto: noi a Milano dopo 15 anni di governo del centrosinistra dobbiamo fare una proposta nostra, innovativa, importante, non pensare agli altri o a un civico. Serve la politica, che è il massimo del civismo se fatta bene».


Oggi si terrà un vertice del centrodestra. Lei che dirà?
«Sulle Regionali abbiamo già detto che Cirielli per noi è un ottimo candidato, arriveremo alla miglior sintesi, come sempre. Sulla manovra, dovremo concentrarci su quello che si può fare per famiglie educazione e lavoro: io per esempio chiedo che una diminuzione dell’Irpef che porta poco nelle tasche se generalizzata non sia prioritaria, mentre lo è aumentare gli stipendi dei giovani, che sono il nostro futuro. Anche con il contributo per esempio delle banche, che in questi anni hanno fatto utili, legittimi, grazie anche alla stabilità e all’azione del governo. Libero mercato ed equità sociale, questo significa essere popolari e moderati».

 X Il Corriere della Sera

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