Maurizio Lupi

 Sentenza su Sallusti gravissima
Settembre 26, 2012

Sentenza su Sallusti gravissima

La sentenza sul caso Sallusti è un attentato alla democrazia. Trovo semplicemente inaccettabile che un uomo possa finire in prigione per una decisione che è esclusivamente politica. Ed è ancora più grave perché si tratta di un giornalista. Solo nelle dittature si mettono in carcere i giornalisti.

SIAMO TUTTI SALLUSTI
 

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7 thoughts on “Sentenza su Sallusti gravissima

Sergio Dornellessays:

La libertà d’opinione e la giustizia sono le cose più alte della nostra società. Non è ammissibile uno scontro così duro fra le due. O forse è accettabile nella misura in cui i politici non svolgano il diritto di libertà d’opinione in parlamento o non lavorino per questo, per impedire che la parola si arresti.
Si deve certamente essere sconcertati dalla decisione della Cassazione. Ma dobbiamo riconoscere che lo sconcerto non deriva dalla decisione dei magistrati, ma dal codice penale italiano: la responsabilità dei giornalisti dovrebbe avvenire, a differenza delle dittature, solo per via civile.
Ciò detto, fa spavento l’indifferenza con cui la classe politica non ha risolto in tanti anni questo problema di libertà, preoccupandosi anzi di non farlo. In un momento di cinismo può anche sorgere la domanda se la legge sulla diffamazione non serva a soggetti politici per ricattare i giornalisti. Perché altrimenti questo immobilismo?
Il nostro orecchio rischia di non avere più l’eco del mare e la banalità sta facendo da basso continuo a tutta la nostra società. Questa classe politica è la stessa che ha premesso a Monti e al suo governo, con grande senso di responsabilità, di presentarsi in Europa forte delle tanto apprezzate decisioni prese. Chi è meritevole di questi successi non può non continuare a farlo e a cercare di far riverberare il suo lavoro su chi cerca di incrinare i giusti orizzonti.
La vita ci è stata data anche per essere artisti, creativi e presentare noi stessi agli altri, non quello che gli altri vogliono che noi siamo. I campi dell’abitudine sono sempre più fertili. Se non si difende il bene, il male si diffonde.
Gisbert Greshake: “Bisogna esporsi nella solitudine ai monti del cuore, esporsi agli abissi della gioia, al cambiamento, all’appello, al rischio, all’amore senza riserve.”

Grazie per la tua condivisione

Tiziano Ventisays:

Purtroppo, leggendo anche certi articoli firmati da “illustri” su vari siti o giornali di spicco, non tutti hanno compreso la gravità del caso, e continuano a propagandare idee illiberali e forcaiole, che non molti anni fa ci portarono a vivere la tristemente nota “notte della Repubblica”. C’è ancora una troppo diffusa ottusità di pensiero che il nostro paese ancora paga rispetto ad altri paesi più civili e avanzati. Speriamo che questa brutta storia ci faccia fare un passo avanti almeno su ciò che di più sacro e intoccabile abbiamo, la LIBERTA’.

Antonietta Grillosays:

On.Maurizio Lupi
E’ grave applicare la pena detentiva alla diffamazione,è più adatta la pena pecuniaria.Anche per questo reato urge una modifica adeguandosi alle indicazioni della Corte europea di Strasburgo.Il diritto di critica incontra dei limiti invalicabili dato che il nostro ordinamento giuridico tutela interessi individuali quali l’onore,il decoro,la reputazione ;pertanto le espressioni utilizzate nello scrivere non devono essere lesive della reputazione altrui.

In Inghilterra un giornale con una storia importante per aver fatto attività non legali ha dovuto chiudere. In Italia un giornale diffama un cittadino e giustamente il Direttore Responsabile (quali siano le responsabilità di un Direttore che firma un giornale lo sanno tutti, e da tempo) viene condannato, siamo tutti pronti a difendere il Direttore, dimenticandosi del cittadino. Perchè ormai questa è la politica: difendere sempre il più forte, anche a dispetto della legge.
Abbiamo bisogno di politici, giornalisti, magistrati diversi, che escano dalla loro visione piccola e limitata. Abbiamo bisogno di una nuova classe dirigente che abbia una visione continuamente aperta all’infinito, perché un uomo che si concepisce in questo modo è un uomo che ha una coscienza vivida della sua libertà, della sua irriducibilità, del diritto che tutti gli uomini hanno alla libertà. E dietro a tutto ciò non può esserci la difesa della casta, della meschinità.

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