Maurizio Lupi

 Quando cambieremo mentalità sulla famiglia?
Maggio 24, 2012

Quando cambieremo mentalità sulla famiglia?

Ieri il convegno alla Camera con proposte concrete che tutelino la famiglia all’origine del processo legislativo

L’Intergruppo Parlamentare per la Sussidiarietà ha organizzato il convegno dal titolo “Famiglia fattore per la crescita” che ha visto anche la partecipazione del cardinal Tarcisio Bertone.
La sfida è grande: il 42% dei giovani tra i 25 e i 34 anni vive ancora nella famiglia di origine, cala il numero delle nozze e il 29% delle famiglie numerose è in una condizione di povertà relativa (e aumentano). Sono dati Istat.
Nonostante le difficoltà dovute anche alla crisi economica, la famiglia continua a essere il primo ammortizzatore sociale, il luogo dove si svolgono le relazioni tra le persone, l’ambito in cui il capitale umano, che sta alla base dello sviluppo economico del Paese, cresce e si forma.
Limitarsi a trovare di volta in volta delle misure di sostegno, sconti o agevolazioni utili, per carità, ma che non affronta alla radice la questione. Le nostro proposte partono dalla constatazione che la famiglia sostiene lo Stato e invece lo Stato non sostiene la famiglia. E invece esiste un collegamento diretto tra il sostegno alla famiglia e lo sviluppo economico. Ieri il professor Campiglio lo ha illustrato chiaramente. RIGUARDA IL VIDEO DEL CONVEGNO
## PRIMO > Introduciamo un quadro normativo in cui la famiglia sia un soggetto e non un insieme di individualità.
## SECONDO > il misuratore della situazione economica equivalente (Isee) deve essere a breve rivisto dal Governo: non perdiamo questa occasione per inserire il carico famigliare, la presenza dei figli e di persone disabili all’interno del nucleo famigliare.
## TERZO > la delega fiscale è l’altra partita decisiva. Una proposta immediata e concreta potrebbe essere quella di portare a 200mila euro la tutela della garanzia dei depositi (oggi 100mila euro) in modo da arginare eventuali pericoli che mettano a rischio i risparmiatori.
Vi saluto con questo pensiero che è alla base del richiamo dei vescovi italiani da tanti anni: non è possibile una politica neutra senza valori. E allora avanti, vinciamo anche questa battaglia.
Via Avvenire del 24 maggio 2012

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