Maurizio Lupi

 Chiediamo al PD di essere responsabile. Adesso.
Agosto 22, 2013

Chiediamo al PD di essere responsabile. Adesso.

Leggete la sintesi dell’intervista di giovedì 22 agosto a Baobab su Rai Radio 1 e al Tg3 su Rai3.

 
IL FUTURO DEL GOVERNO
Non siamo di fronte a nessun ultimatum. Il Governo è nato in una situazione di mergenza e il primo che lo ha fatto nascere e lo sostiene è Silvio Berlusconi insieme al Popolo della libertà.
Il governo deve andare avanti a lavorare sui provvedimenti importanti che dobbiamo prendere. Entro fine agosto per esempio:

  • Su Imu prima casa (superamento definitivo)
  • E rinviare quanto meno al 1 gennaio 2014 l’aumento Iva

Questo è un governo che noi abbiamo voluto politico e non tecnico. Una maggioranza sostenuta da 2 grandi partiti che sono diversi, alternativi ma che stanno facendo un percorso insieme. Fino ad oggi stiamo dando entrambi un contributo positivo migliorando l’azione di governo.
 
SULLA DECADENZA DI BERLUSCONI
Il Pdl senza ricatti sta chiedendo a tutti grande responsabilità: non avere pregiudizi. Al Pd chiediamo con chiarezza di non prendere il pronunciamento della giunta del Senato su Berlusconi come l’epilogo della guerra dei 20 anni ma di entrare nel merito e verificare le questioni. E’ una cosa importantissima e delicata non solo per Berlusconi ma per la democrazia italiana. Per questo chiediamo che il Pd voti contro la decadenza di Berlusconi.
La legge Severino che farebbe decadere Berlusconi, non è mai stata applicata ed esimi giuristi e costituzionalisti indipendenti dicono che ci sono delle grosse perplessità sulla retroattività della legge e sulla sua applicazione.
LEGGETE ANCHE: Decadenza di Berlusconi e governo. Dico no a chi cerca rotture
 
FALCHI O COLOMBE?
Mai come adesso il Pdl è stato così unito attorno a Silvio Berlusconi. Ma mi preoccupano, più che i falchi e le colombe i protagonismi personali che troppe volte per progetti personali rischiano di creare divisioni nel Pdl. Divisioni che non ci sono e che fanno male al Pdl e soprattutto a Berlusconi.
Il Pdl oggi è unito nella difesa della democrazia, di Silvio Berlusconi e per fare uscire il Paese dalla crisi. Ma evitiamo le dichiarazioni dell’uno contro l’altro: fanno male al Paese ed a Berlusconi.
 
L’APPELLO DI LETTA
Sottoscrivo con forza l’appello del premier Letta pronunciato al Meeting di Rimini. Noi abbiamo bisogno di traghettare il Paese in una fase nuova, dove non c’è la divisione amico/nemico, dove si smette di pensare all’avversario come il male assoluto ma dove nella differenza tra posizioni si costruisce tutti un lavoro e una casa comune.
Spero che il passaggio delicatissimo che ci attende nei prossimi giorni sia affrontato da Pdl e Pd con la stessa serietà e responsabilità che fino ad oggi ha sostenuto il governo.

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6 thoughts on “Chiediamo al PD di essere responsabile. Adesso.

Caro Maurizio,
sperare che il PD dopo un lungo inseguimento durato 20 anni, voti contro la decadenza di Berlusconi, è una pia illusione da sprovveduti e solo chi vuole tenere la sedia addosso può sperare.
Parliamo ci chiaro, ora capiamo il perché è nato il Governo Letta e il perché Berlusconi si è fatto in quattro per far eleggere ancora un Comunista al Quirinale al posto di Prodi.
Berlusconi deve continuare la sua battaglia e non può tenere il piede in due scarpe, c’è in gioco la libertà non solo per lui ma per tutto il popolo della libertà.
Se non siete codardi, avete il dovere è l’obbligo di dimettervi immediatamente e di non farvi impiccare da chi tiene le file con una certa parte di magistrati che con la chiara persecuzione di Berlusconi ormai governa di fatto l’Italia come dicono molti cittadini con Re Giorgio.
Voglio subito anche le tue dimissione da ministro per la vergogna che ho provato con l’innaugurazione di 8 km della ss 38. Vergogna, se Vuoi ti farò sapere. W il PDL

Antonietta Grillosays:

Ministro Maurizio Lupi
Io condivido la Sua sintesi;l’unione fa la forza.
Buon lavoro e buon fine settimana.Sono spiacente ma non posso aderire al Suo invito.

Giuliano Romolisays:

Io penso invece che è meglio salvare il governo e con il governo l’Italia piuttosto che Berlusconi.
Pensate al clima di guerra civile che seguirebbe alla caduta del governo e all’indizione di nuove elezioni col porcellum.
Pensate ai bambini, che hanno diritto a crescere in un paese pacifico e civile, pensate ai giovani che stanno guardando al futuro con tante speranze e poche prospettive, pensate agli anziani, che cominciano a dubitare perfino della loro pensione.
Se fate cadere il governo l’Europa si farà beffe di noi.
Se fate cadere il governo la situazione di Berlusconi non migliora: vincerà Grillo e Berlusconi rischia la galera, altro che la detenzione domiciliare.
E con Grillo al governo, addio libertà.
Considerate la vostra responsabilità: non rischiate voi politici, che comunque avete i mezzi per sfangarvela: fate rischiare miseria e disperazione a milioni di persone, persone vere, persone vive, mica elementi di consenso elettorale.
Per quanto mi riguarda, non darò più il voto al PDL.

Paolo Scottisays:

Il compito di un governo (e delle istituzioni tute: parlamento, magistratura, ecc.) è quello di promuovere lo sviluppo e il benessere del paese, nei limiti dei rapporti di forza esistenti con gli altri soggetti. Chi pretende la guerra (anche solo parlamentare) in nome di principi ideologici, è un irresponsabile, anche nel caso eventuale in cui avesse ragione. Non sono stati certo i Napoleone o gli Hitler, con le loro imprese muscolari a promuovere lo sviluppo, anzi hanno portato i loro paesi alla distruzione. Il benessere lo hanno portato i vari Schuman, Adenauer e De Gasperi, ma anche Khol, Mitterand, Andreotti, Gorbaciov, di fronte a ingiustizie ben più gravi di quelle cui assistiamo oggi, hanno privilegiato l’interesse della pace, a favore dei loro popoli.

Paolo Scottisays:

Sottoscrivo l’appello di Letta, sostento anche da non pochi parlamentari del PDL, per una fase di transizione pacifica e bipartisan, di qualche anno, che completi le riforme strutturali e garantisca la cresita e la competitività dell’economia italiana, sul modello della fase costituente nel dopoguerra, per poi riprendere la normale dialettica istituzionale fra destra e sinistra.

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