Maurizio Lupi

 COR. SERA: LA RICERCA DEL CANDIDATO È SEMBRATA UN PÒ X FACTOR
Luglio 9, 2021

COR. SERA: LA RICERCA DEL CANDIDATO È SEMBRATA UN PÒ X FACTOR

Maurizio Lupi, ci racconta come si è arrivati alla scelta della candidatura di Milano?
«Purtroppo abbiamo dato l’impressione di essere a X Factor o alle selezioni di Amici, con ripetuti rifiuti ed è sembrato che il centrodestra fosse impreparato a una sfida importante per quello che Milano -la mia città, di Salvini, Berlusconi e La Russa – rappresenta».

C’è stato un momento in cui sembrava essere lei il prescelto. Poi cosa è successo?
«Mi ha fatto piacere che Berlusconi abbia più volte fatto il mio nome, ma il criterio condiviso da tutti era che i candidati delle grandi città fossero civici».

E’ sodisfatto della scelta di Luca Bernardo?
«Non abbiamo bisogno di Superman. Bernardo è un professionista apprezzato con un importante impegno sociale. I sondaggi danno il centrodestra alla pari con il centrosinistra, ora Bernardo spero possa essere un valore aggiunto. Lo può fare solo se ascolta la città, se riconosce che la forza di Milano è nei suoi cittadini e nelle sue eccellenze, se parte dalle periferie, anche quelle esistenziali, e se fa gioco di squadra, cioè se fa politica».

Perché avete avuto tanta difficoltà: i ritardi su Milano, la decisione su Bologna che ancora non arriva.
«Si vota tra tre mesi. C’è tutto il tempo per fare una bella campagna elettorale. Però è vero che una riflessione il centrodestra la deve fare se vuole, come vuole, candidarsi a governare l’Italia».

E’ giusto che alla fine decida Matteo Salvini?
«Si è deciso insieme. Salvini ha svolto il ruolo di leader della coalizione e non di capo partito. Giusto che su Milano avesse più voce in capitolo».

Lei è il leader di Noi con l’Italia, l’anima centrista della coalizione. A suo avviso davvero si può ricomporre il centro, come ha scritto sul Corriere Angelo Panebianco?
«Panebianco dice di non fermarsi ai sondaggi, che sono variabili. La cosa vera è che non si governa un Paese senza un politica di centro, cioè senza una forza che abbia nel suo Dna la responsabilità, la concretezza, l’idea di Bene Comune e qui di compromesso, la persona e non lo Stato come centro della sua azione, la liberà come condizione. Questo è il contributo di Noi con l’Italia».

Ma un centro puro o un centro ancorato nel centrodestra?
«La sua collocazione naturale è il centrodestra, vista anche la radicalizzazione sulla quale Enrico Letta sta portando il Pd. Ma la domanda è: come ridare forza al centro nel centrodestra?».

Intanto Berlusconi caldeggia il partito unico del centrodestra come orizzonte 2023.
«E’ impensabile che nel 2023 ci presentiamo agli elettori come cinque anni fa. E’ cambiato il mondo. Le democrazie stabili si reggono su due grandi pilastri: moderati-conservatori e progressisti-democratici. Berlusconi ci stimola a prendere un’iniziativa. Basta che sia chiara l’ispirazione popolare».

Salvini vuol fare la federazione entro l’estate.
«Partito o federazione, la formula è secondaria, uscirà da un lavoro comune».

 

Intervista di Giuseppe Alberto Falci al Corriere della Sera del 9 luglio 2021

 

 

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